Nel corso dell’inverno 2008-2009, sarà per la grande quantità di neve caduta, che quindi obbligava a rimanere rintanati in casa, salvo le uscite con il mio fido amico Rochi, è nata in me la voglia di costruire in autonomia le mosche artificiali necessarie per le mie future battute ed avventure di pesca.
Inoltre la quantità di neve caduta fa presagire che le prime uscite di pesca potranno essere effettuate solamente dalla fine di marzo in avanti e quindi tanto vale darsi da fare per impegnare il tempo con qualche attività sempre affine al mondo della pesca.
Credo che tutti i pescatori a mosca maturando la loro passione per questa meravigliosa disciplina dovrebbero imparare l’arte della costruzione, in modo da conoscere al meglio gli insetti che popolano i nostri fiumi e rendersi autonomi nella costruzione di quei particolari insetti visti in quella particolare vallata, in quel particolare ruscello, in quel particolare periodo dell’anno. È infatti così varia, la situazione entomologica, che il pescatore a mosca dilettante o professionista si trova a fronteggiare.
Tuttavia non è facile costruire le mosche artificiali e quindi consiglio, oltre di dotarsi di un buon testo, anche di cercare e poi seguire i consigli di un Maestro. Il mio Maestro, anzi Gran Maestro non poteva che essere Stefano Carniccio, che per me, che lo conosco da 20 anni, rimane sempre Ciccio. L’aiuto è importante per imparare l’arte della costruzione in modo più veloce e meno frustrante.
Gli inizi sono davvero difficili, le mosche prendono forma, ma la forma dello schifo (se io fossi una trota e soprattutto una trota selvatica mi sentirei oltraggiata dal pescatore che, impudentemente cercasse di tentarmi con un tale ciuffo mal fatto di peli di animale morto).
Comunque non bisogna perdere la speranza, ed io, per adesso, tengo duro.
venerdì 17 aprile 2009
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