venerdì 17 aprile 2009

Premessa

- Premessa -
Come ho iniziato a scrivere queste mie memorie non saprei dire e non saprei dire neanche il perché… Forse è nata dentro di me la necessità di concretizzare le mie avventure di pesca per renderle accessibili a mia moglie che di rado mi accompagna sul fiume o magari ai miei figli che al momento sono solo nei nostri sogni.
Comunque non ha grande importanza il come, il perché e neanche il però, l’unica cosa che conta veramente e che qualcuno, forse, leggerà queste pagine e capirà cosa significa la pesca per me.
E sì, la cosa importante è capire che la pesca non è solo un passatempo come un altro, ma è un viaggio nel ventre di madre natura che ti accoglie con il suo spettacolo quotidiano, fin troppe volte ignorato e maltrattato, ma che se abbiamo la pazienza di sederci ad osservarlo senza fretta rivela tutta la sua magnificenza e mutabilità, in altre parole ci mostra la Vita.
Qualcuno dirà: la vita? E io rispondo sì la Vita. Ma non mi riferisco a quella che tutti i giorni ci costringe a recarci al lavoro, a fare la spesa o anche in vacanza, mi riferisco, invece, all’essenza della vita che è cosa immensamente più grande di ogni nostro atto, di ogni nostro pensiero, preoccupazione o problema. Infatti la vita che intendo io non è assolutamente influenzata né turbata dalle nostre vicissitudini, Lei prosegue comunque senza sosta con quotidiana magnificenza mostrando ora i fiori primaverili, ora l’arcobaleno di foglie autunnali, ora il candore della neve ora la carezza che il bosco fa alle nuvole quando l’aria muove le sue fronde.
Fu proprio così che una sera di inizio giugno sulla riva del torrente Gesso, avvolto dalla nebbiolina causata dall’umidità del temporale appena passato contrastata dal timido sole del tramonto, la natura ha voluto donarmi l’essenza della Vita nel modo più semplice e magnifico possibile, mostrandomi gli insetti che si trasformano da animaletti acquatici a piccoli miracoli alati che si sollevano in cielo dall’acqua per incontrarsi in un breve, ma intenso abbraccio d’amore che si conclude con morte dei maschi che ricadono dolcemente nell’acqua per diventare cibo per le trote che schioccano sulla superficie del torrente per non farsele rubare dalla corrente, mentre le femmine depongono le uova fecondate frutto di quel bellissimo attimo prima di seguire i loro compagni nell’infinito ciclo della Vita.
Ecco forse, nonostante il mio stile sgrammaticato, ho iniziato a dare l’assaggio di cosa significa per me la pesca.
Gabriele Delpozzo

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